Powered By Blogger

28.12.12

Ratzinger sia scomunicato dagli uomini di Cristo: Don Gallo e Padre Zanotelli...

Papa Ratizinger ha espresso appoggio per Mario Monti, l’uomo che più di chiunque altro in Italia ha sottratto ai poveri per dare ai ricchi. Questo viola, addirittura bestemmia, la parola di Cristo. Questo Papa è indegno e va scomunicato.
Don Andrea Gallo e Padre Alex Zanotelli devono prendere nella mano destra il Vangelo e nella sinistra un pugno di terra, e rifondare la Chiesa di Cristo per i poveri e i sofferenti, per la giustizia sulla Terra. E poi nel nome di Dio scomunichino Ratzinger e il Vaticano tutto.
Questo gli chiedo, ora, e sarò il loro primo fedele. Tantissimi altri verranno.
http://www.paolobarnard.info/interventi_indice.php

Padre Alex Zanotelli per la campagna "acqua pubblica ci metto la firma"


È appena iniziata la campagna di firme chè
già ci sono state numerosissime adesioni. Stiamo capendo che
se perdiamo sull’acqua, perderemo sulla sanità,
sulla scuola, sui diritti dei cittadini.
L’anno scorso la società civile napoletana
riuscì ad evitare la privatizzazione dell’ ATO 1,
l’ambito territoriale di Napoli e Caserta. È da
questa vittoria, insieme alle realtà di tutta Italia, che
dobbiamo partire, ricordando che chi privatizza le risorse idriche
è un ladro.
L’acqua è uno degli
elementi fondamentali per l’uomo che al 70% è
composto di tale elemento. L’acqua è fonte della vita : non
c’è vita senza acqua. È
l’elemento primordiale per eccellenza. È uno dei
simboli religiosi più usato da tutte le religioni. Insieme
con l’aria è uno dei beni indispensabili per la
vita umana. Ecco perché è semplicemente
scioccante per tutti sentir parlare di “privatizzare
l’acqua” : “Ci manca che privatizziamo
l’aria”, mi diceva una donna napoletana in
metrò.. Sono vere e proprie bestemmie ! Dobbiamo dire no a
questa tendenza di morte : vuol dire la morte per milioni di poveri e il
salasso dei nostri poveri.
La ragione fondamentale sono gli enormi
interessi : l’acqua è ormai l’oro blu del
futuro che sostituirà l’oro nero.
Tant’è che “la banca Fideuram lo sa :
vale più un litro di acqua che uno di
petrolio…..” ! Infatti senza petrolio possiamo
vivere, senza acqua no. Le grandi multinazionali dell’acqua
stanno mettendo le mani sul bene più prezioso
dell’umanità. Loro sanno che è
già scarsa oggi e che andrà scarseggiando. Di
tutta l’acqua, solo il 3% è potabile. Di questo
3%, il 2,70% è usato nell’agricoltura industriale.
Ci rimane solo lo 0,30% dell’acqua su cui
c’è già una pressione enorme
(ricordiamoci che il 20% ricco consuma l’87%
dell’acqua potabile e che 1.400 miliardi dei poveri non hanno
accesso all’acqua). Una pressione che andrà
aumentando nel prossimo futuro (è di questi giorni una prova
tangibile di ciò). Infatti la temperatura mondiale, per
l’effetto serra, crescerà al minimo di due
centigradi. Gli scienziati ci dicono che basta 1.5 centigradi in
più per sciogliere nevai e ghiacciai. Ci salteranno
così le fonti idriche. L’acqua sarà
sempre più scarsa. Ecco perché le multinazionali
stanno mettendo le mani su quest’acqua e ce la rivendono come
acqua Dobbiamo avere il coraggio di dire no a questa logica.
È chiaro che se noi l’accettiamo, vuol dire un
altro peso insopportabile sulle classi deboli (100% aumento della
bolletta e tagli dell’acqua se non si paga !) e sui poveri del
mondo (avremo centinaia di milioni che moriranno di sete nel sud del
mondo !)
La grande domanda è : l’acqua è fonte di
vita o fonte di guadagno ?
Sarebbe così bello che L’Italia potesse dare una
“lezione di civiltà” e di etica Sono
sicuro che ce la faremo : che vinca la vita !
Alex Zanotelli
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article545

Alex Zanotelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« La mia vita è stata un lungo ‘toccarsi', abitarsi… Sembra tutto un caso! E poi scopri che…Ho sessantacinque anni e spesso mi domando chi sono io. L'unica risposta che mi do è: ‘Io sono le persone che ho incontrato'. Sembra tutto un caso, ma poi scopri che nulla è a caso »
(dal libro “Korogocho” (2003))
Alessandro Zanotelli
Padre Alessandro Zanotelli, noto più spesso come Alex Zanotelli (Livo, 26 agosto 1938), è un religioso, presbitero e missionario italiano, facente parte della comunità missionaria dei Comboniani.
È l'ispiratore ed il fondatore di diversi movimenti italiani tesi a creare condizioni di pace e di giustizia solidale.[1]

La biografia [modifica]

Gli studi ed il periodo statunitense [modifica]

Entra giovanissimo in seminario,[2] e viene mandato dai Padri Comboniani a completare gli studi di Teologia a Cincinnati, negli Stati Uniti d'America. Nel 1964 viene ordinato sacerdote nell'ordine dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.

Il Sudan e i Nuba [modifica]

Dal 1965 al 1973 lavorò come missionario nel Sudan meridionale, martoriato dalla guerra civile.
Le autorità civili gli si fecero ostili a causa delle sue forti prese di posizione a difesa delle fasce più povere della popolazione. Le sue prediche erano spesso veementi denunce di ingiustizie, della corruzione nel governo e dell'amministrazione che intascavano i fondi, sia locali sia internazionali, destinati allo sviluppo. Egli proponeva modelli economici basati su principi evangelici. Inoltre la sua solidarietà con il popolo Nuba, etnia ai margini nella società sudanese, era mal vista dal governo sudanese.
A causa della sua forte denuncia sociale, nel 1973 il governo locale gli negò il visto per rientrare nel paese.
Inoltre durante questo periodo trovò l'opposizione anche di parte della curia romana impreparata alle conseguenze del Concilio Vaticano II. Nel decreto Ad Gentes, i missionari venivano invitati ad un ulteriore sforzo di inculturazione, secondo cui l'odierna attività missionaria deve tendere a «l'incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ed insieme l'introduzione di esse nella vita della Chiesa».[3] Sebbene Padre Zanotelli avesse sempre goduto della fiducia e del supporto dei suoi diretti superiori, le sue celebrazioni che attingevano dagli usi e i costumi africani furono accusate di sincretismo.

Il periodo veronese e la direzione di Nigrizia [modifica]

I comboniani hanno presso la loro casa madre di Verona una casa editrice che pubblica due giornali di punta: Il Piccolo Missionario e Nigrizia. Nel 1978 Padre Zanotelli assunse la direzione di Nigrizia e contribuisce a trasformarlo da mensile di pura informazione religiosa ad un mensile di informazione socio-politico sulla situazione africana. Egli mira infatti ad un rinnovamento della mentalità per risolvere alla radice i problemi del sud del mondo.[4]
Nigrizia diviene un punto di riferimento importante per la diffusione di una cultura della mondialità e per i diritti dei popoli. Dalle pagine della rivista vengono critiche documentate e sistematiche:
  • al commercio delle armi, denunciando gli interessi dell'Italia e dei paesi occidentali nelle guerre africane,
  • ai modelli di collaborazione allo sviluppo, spesso gestite in modo affaristico e lottizzato,
  • all'apartheid in Sud Africa.
Nel periodo 1985-1987 le sue denunce erano spesso rivolte ad esponenti politici di allora, da Andreotti a Spadolini, da Craxi a Piccoli.[5] Tali attacchi furono causa di una serie di accuse nei suoi confronti, specialmente riguardanti il suo spiccato impegno politico che sarebbe andato - secondo la tesi dei vertici ecclesiastici - a discapito della missionarietà religiosa. Zanotelli lo definì «un periodo di grande sofferenza umana».
In questo periodo, ispira e fonda con altri il movimento Beati i Costruttori di Pace, un movimento che a sua volta mira a costruire la pace basandosi sulla giustizia.
Nel 1987 - su precise richieste delle autorità ecclesiastiche, dovute ad un suo presunto allontanamento dai principi religiosi cattolici - Alex Zanotelli lasciò la direzione di Nigrizia.
In seguito diventò direttore responsabile della rivista Mosaico di pace sin dalle prime pubblicazioni (settembre 1990) per espresso volere di don Tonino Bello, allora presidente di Pax Christi e vescovo di Molfetta.

Korogocho ovvero l'inferno [modifica]

Nel 1989 torna in missione in Kenya, a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi. Nella lingua locale il nome Korogocho significa confusione, caos.
In questa difficile situazione di degrado umano, dovuto a vari fattori tra i quali AIDS, fame, prostituzione, droga, alcolismo, violenza, dette vita a piccole comunità cristiane, ma anche ad una cooperativa che si occupava del recupero di rifiuti e dava lavoro a numerosi abitanti. Istituì inoltre Udada, una comunità di ex prostitute che aiuta le donne che vogliono uscire dal giro e, allo stesso tempo, si batté per le riforme sulla distribuzione della terra, uno dei temi-chiave della politica keniota.
La sofferenza di questa popolazione lo spinse a formulare la frase «Forse Dio è malato»[6] che divenne il titolo del libro sull'Africa di Walter Veltroni, che all'inizio del 2000, si recò in visita a Korogocho.
Padre Zanotelli rimase a Nairobi fino al 2001.

Il ritorno a Napoli [modifica]

Alex Zanotelli partecipa ad un incontro durante Galassia Gutenberg
Oggi Zanotelli si trova nel rione Sanità di Napoli, uno dei simboli del degrado sociale del nostro Paese. Vive in una casa ricavata dal campanile della chiesa della Sanità e lavora nella comunità Crescere Insieme, dove trovano rifugio i tossicodipendenti più emarginati del rione. In un contesto diverso, come a Korogocho, ha un solo obiettivo di fondo: "Aiutare la gente a rialzarsi, a riacquistare fiducia". In tale contesto il religioso comboniano continua a seguire le vicende italiane e non, facendo sentire la sua voce critica. In occasione dell'approvazione della legge finanziaria del 2008 ha lanciato una vibrata protesta contro l'aumento delle spese militari intitolato "Finanziaria, armi, politica: che vergogna"!
Da anni si batte per evitare la privatizzazione dell'acqua, partecipando a conferenze, eventi e marce in tutta Italia. Nel novembre 2009 ha dichiarato in una lettera aperta al Corriere del Mezzogiorno:
« Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi, ma soprattutto per i poveri del Sud del mon­do che la pagheranno con mi­lioni di morti per sete.[7] »
« Metà della ricchezza finanziaria mondiale, parlo di finanza, è in mano a 300-400 famiglie. Queste 300-400 famiglie, decidono, sono il vero governo del mondo. Decidono non attraverso i governi, ma attraverso tre grandi organismi internazionali: la banca mondiale[8], il fondo monetario[9], l'Organizzazione Mondiale del Commercio[10]. »

La rete Lilliput [modifica]

Durante l'anno che trascorre in Italia, a cavallo degli anni '95-'96, mutuando forse dalla struttura di internet, Zanotelli lancia l'idea della Rete Lilliput. Lo fa durante una serie di incontri con alcune associazioni di ispirazione cattolica, come ad esempio il gruppo Abele e la comunità romana di Capodarco. Fa sue ed elabora le riflessioni di Jeremy Brecher e Tim Costello contenute nel libro "Contro il capitale globale".
Dopo il suo ritorno in Italia, padre Alex diventa punto di riferimento del movimento no global e della Rete Lilliput partecipando in prima persona alla organizzazione e gestione del Social Forum europeo di Firenze (6-10 novembre 2002), che sancisce la scelta della linea di quelli che si sono battuti, dal G8 di Genova in poi, per eliminare la tentazione, da parte di minoranze del movimento no global, di scegliere la via violenta.
All'European Social Forum di Firenze fu chiaro con le frange estreme ed espresse il concetto di civiltà della tenerezza:
« La non violenza attiva non è pacifismo, è ben altra cosa. Ho cominciato leggendo Gandhi, Martin Luther King, Milani, Mazzolari e questi mi hanno aiutato a capire che era stato Gesù di Nazaret a praticare per primo la nonviolenza in quella Galilea schiacciata dall'imperialismo romano. Vi vorrei pregare, con tutto il cuore, di avere il coraggio di una scelta radicale di nonviolenza. Questo sistema è violento per natura. Noi dobbiamo costruire un sistema non violento, una civiltà della tenerezza. »

Opere [modifica]

  • La morte promessa. Armi, droga e fame nel terzo mondo, Publiprint, 1987
  • Il coraggio dell'utopia, Publiprint, 1988
  • I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, 1996
  • Leggere l'impero. Il potere tra l'Apocalisse e l'Esodo, La meridiana, 1996
  • Sulle strade di Pasqua, EMI, 1998
  • Inno alla vita, EMI, 1998
  • Ti no ses mia nat par noi, CUM, 1998
  • La solidarietà di Dio, EMI, 2000
  • L'era Wojtyla. Dialogo su questo papato, La meridiana, 2000 (con Tomás Balduino)
  • R...esistenza e dialogo, EMI, 2001
  • Non ci sto!, Piero Manni, 2003 (con Pietro Ingrao)
  • Fa' strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il Vangelo e la povertà nel mondo d'oggi, EMI, 2003 (con Mario Lancisi)
  • Nel cuore del sistema: quale missione?, EMI, 2003
  • Korogocho, Feltrinelli, 2003
  • W Nairobi W. Ediz. italiana e inglese, EMI, 2004 (con Daniele Moschetti)
  • Korogocho. Alla scuola delle baracche, EMI, 2005
  • Da Korogocho con passione. Lettere dai sotterranei della vita e della storia, EMI, 2006
  • Voci dei poveri, voce di Dio. La Bibbia letta con gli occhi degli impoveriti, delle donne e dei senza armi, EMI, 2007
  • Paolo. Sulle strade dell'impero proclamando il dio della vita, EMI, 2008
  • Europa dei mercati o dei popoli? Il ruolo dei missionari, EMI, 2008
  • I poveri non ci lasceranno dormire. Da Korogocho al Rione Sanità, Editrice Monti, 2011

Note [modifica]

  1. ^ Per il suo impegno nell'aiuto ai più poveri, è stato assegnato a Zanotelli il Premio Nazionale Cultura della Pace 2004 (cfr. Premio Nazionale Cultura della Pace - Albo d'Oro):
    « Siamo entrati nel secolo della finanza, fino a ieri i poveri veniva usati, almeno. Come manodopera a basso prezzo. Oggi (2011), i poveri non servono assolutamente a nulla. »
  2. ^ Mario Lancisi nella biografia descrive con le parole di Alex i sentimenti che lo accompagnarono in tale scelta: «La mamma lo ha sempre desiderato. Io non volevo né studiare, né diventare sacerdote. Quando ho preso la mia decisione, lei si è sobbarcata l'onere di trovare qualcosa in più per farmi studiare. Sentivo che la vita poteva avere un significato molto più largo, che la vita era bella se la si donava».
  3. ^ Papa Giovanni Paolo II: Enciclica Slavorum Apostoli, 1985, nº 21.
  4. ^ «Essere al servizio dell'Africa, in particolare "voce dei senza voce", per una critica radicale al sistema politico-economico del nord del mondo che crea al Sud sempre nuova miseria e distrugge i valori africani più belli, autentici e profondi».
  5. ^ Padre Zanotelli ricorda così: «Tutto è cominciato nel gennaio 1985 con la pubblicazione dell'editoriale Il volto italiano della fame africana, una pesante denuncia del sistema di aiuti ai paesi del Terzo Mondo. Scoppiò un finimondo. Tangentopoli poteva scoppiare allora, c'erano già tutti gli elementi. Dalla fame passammo poi alle armi, ai problemi legati all'ambiente, insomma mettemmo a nudo il sistema. Spadolini su L'espresso attaccò pesantemente i cosiddetti preti rossi. Giunse persino ad accusarmi di incitamento alla delinquenza terroristica internazionale».
  6. ^ Dalla biografia del giornalista del Tirreno Mario Lancisi. Alla domanda se abbia mai dubitato della sua esistenza, Padre Zanotelli rispose: "Non una ma molte volte. Quando uno si trova in situazioni così assurde, davanti ad una sofferenza innocente, come è capitato a me a Korogocho, il primo dubbio che viene è proprio su Dio. Perché uno si chiede: ma se tu, Dio, ci sei, è impossibile che non intervenga di fronte ad una sofferenza così atroce. Ma oggi Dio è impotente, è malato. Potrà guarire solo quando guariremo noi. Solo noi oggi possiamo far qualcosa. Dio non può più. Ognuno di noi è importante perché vinca la vita...". Dio non è onnipotente? "Più ci rifletto e più mi convinco che forse Dio non è l'onnipotente che pensiamo noi. È il Dio della croce. Perché non ha ascoltato la preghiera di Gesù morente? È un mistero. Forse è un Dio debole, che si è autolimitato, che può salvarci solo attraverso di noi".
  7. ^ Zanotelli: acqua pubblica è agli sgoccioli Come si privatizza un bene comune - Corriere del Mezzogiorno
  8. ^ Banca Mondiale: Sessant'anni di disastri. E' ora di voltare pagina!. Rete Lilliput. Comunicati. 27 luglio 2004
  9. ^ Alex Zanotelli: aboliamo il debito. 31 dicembre 2004.
  10. ^ Contro la globalizzazione della criminalità. Korogocho. 24 dicembre 2000

Bibliografia [modifica]

 
Chi è Don Gallo...

Image CRONISTORIA DI DON ANDREA GALLO
"Un prete che si è scoperto uomo"
Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno "con" gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile all'esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione.
Attratto dalla vita salesiana inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici: la dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.
Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.
Un anno dopo viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre una impostazione educativa diversa, dove fiducia e libertà tentavano di prendere il posto di metodi unicamente repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di questo prete che permetteva loro di uscire, poter andare al cinema e vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.
Tuttavia, i superiori salesiani, dopo tre anni lo rimuovono dall'incarico senza fornirgli spiegazioni e nel '64 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese: "la congregazione salesiana, dice Andrea, si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".
Viene inviato a Capraia e nominato cappellano del carcere: due mesi dopo viene destinato in qualità di vice parroco alla chiesa del Carmine dove rimarrà fino al 1970, anno in cui verrà "trasferito" per ordine del Cardinale Siri.
Nel linguaggio "trasparente" della Curia era un normale avvicendamento di sacerdoti, ma non vi furono dubbi per nessuno: rievocare quel conflitto è molto importante, perché esso proietta molta luce sul significato della predicazione e dell'impegno di Andrea in quegli anni, sulla coerenza comunicativa con cui egli vive le sue scelte di campo "con" gli emarginati e sulle contraddizioni che questa scelta apre nella chiesa locale.
La predicazione di Andrea irritava una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi contenuti "non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti".
Un'aggravante, per la Curia è che Andrea non si limita a predicare dal pulpito, ma pretende di praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto: la parrocchia diventa un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto. Image
Per la sua chiara collocazione politica, la parrocchia diventa un punto di riferimento per molti militanti della nuova sinistra, cristiani e non.
L'episodio che scatena il provvedimento di espulsione è un incidente verificatosi nel corso di una predica domenicale: lo descrive il settimanale "Sette Giorni" del 12 Luglio 1970, con un articolo intitolato "Per non disturbare la quiete".
Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nella propria predica che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".
Qualcuno disse che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicarono affermando di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine.
Questo provvedimento provoca nella parrocchia e nella città un vigoroso movimento di protesta ma, la Curia, non torna indietro e il "prete scomodo" deve obbedire: rinuncia al posto "offertogli" all'isola di Capraia che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.
Lasciare materialmente la parrocchia non significa per lui abbandonare l'impegno che ha provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia "La cosa più importante, diceva, che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare e non ascoltare mai.
Ecco, per questo dobbiamo continuare a lavorare!"
Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la Comunità di S. Benedetto al Porto: quest'anno festeggiamo trentadue anni: se il nostro progetto con tanti compagni e compagne non fosse un poco riuscito, potremmo essere ancora qui???

Dopo tanti anni, la nostra porta è sempre aperta!
http://www.sanbenedetto.org/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1
http://www.youtube.com/watch?v=_5koRYLKUbk
 

3 σχόλια:

  1. ...daccordo con te barnarnd... pochissimi dei preti stanno nella giusta strada del Vangelo... Tanti auguri e buon anno...

    ΑπάντησηΔιαγραφή
  2. Il giorno 8 dicembre 2012 al termine di una Messa straordinariamente sentita e partecipata per il 42° anniversario della comunità di San Benedetto e per ricordare Domenico Cataldi, improvvisamente mancato, si è intonata la canzone partigiana "Bella Ciao" come impegno alla resistenza a tutte le ingiustizie.


    http://www.youtube.com/watch?v=_5koRYLKUbk

    ΑπάντησηΔιαγραφή
  3. http://www.sanbenedetto.org/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1

    ΑπάντησηΔιαγραφή